Cinque curiosità sulle carte da gioco che non conoscerete

Chi in casa non ha un mazzo di carte da gioco vecchio o nuovo, dalle classiche francesi e italiane ma anche a quelle di Uno, un gioco fatto di carte più che carte da gioco che però viene conservato sempre nel vecchio cassetto di casa o nella borsa quando si va in spiaggia o dagli amici.

Dovete sapere che i disegni delle carte hanno origini importantissime visto che erano associate alla moneta o ai metalli, beni preziosi per andare in guerra, per fare commercio, per dimostrare la ricchezza di un paese o una famiglia.

Le carte da gioco che conosciamo qui in Italia sono quelle nostre con i segni denara, coppe, bastoni e spade. Ogni regione caratterizza questi disegni con produzioni interne uniche, quindi non esistono solo le carte napoletane.

Per i giochi importanti come il poker, il Burraco, la Pinnacola, Scala Quaranta si usano le carte francesi. Per ognuno di questi giochi, si possono acquistare mazzi specifici con o senza jolly, ad esempio. Online, la scelta diventa più semplice perché ogni gioco e le sue varianti ha un software RNG o un tavolo dal vivo sempre automatizzato, lo potete vedere voi stessi su www.pokertv.it. Siete pronti a leggere cinque curiosità che abbiamo scoperto?

1) In alcuni paesi, le carte sono rotonde

In Asia il gioco con le carte è molto amato e tutti i paesi hanno disegni dalle origini antichissime e importanti, divertimenti senza tempo che hanno viaggiato in tutto il mondo e sono state trasformati in molti giochi che oggi conosciamo. In India si gioca a Ganjifa e le sue carte sono rotonde. Quando si parla di carte indiane ricordate che si fa riferimento a questa forma e anche a questo gioco, solo che la modernità è arrivata anche lì con il poker, la briscola, la scala quaranta e sono arrivate anche le carte rettangolari e giochi tipici dell’area indiana e dei suoi confini.

2) Se nessuno avesse inventato la carta…

Se non ci fosse la carta giustamente non esisterebbero le carte da gioco: la Cina ha inventato la carta intorno all’anno 100 o forse 105. Le carte da gioco, però, sembra che non siano nate in Cina e non c’è un collegamento diretto con l’invenzione della carta. Si dice che potrebbero essere invenzione anche degli egiziani, lo vedremo dopo meglio, ma non c’è nessun collegamento ad esempio al Papiro, il famoso materiale usato per scrivere o disegnare sostituto delle tavolette d’argilla. Ritornando alla Cina, dalle antiche carte moneta potrebbe derivare la tradizione di creare una serie numerica suddivisa in simboli definiti semi.

3) Se siete appassionati di carte dovete sapere chi erano i Mamelucchi

I mamelucchi erano soldati di origine servile, erano al servizio dei califfi ed erano anche impiegati nell’amministrazione e nell’esercito. Anche Egitto e Siria avevano questa tipologia di soldati addestrati tanto all’uso delle armi che ad alcune conoscenze base fondamentali per portare avanti breve mansoni amministrative. Come tutti i soldati del mondo nel tempo libero giocavano e potrebbero essere stati proprio i mamelucchi egiziani a portare le carte da gioco in Europa.

4) La vera origine degli assi di gioco e del loro valore

I lingotti romani si chiamavano aes signatum e potevano essere di rame o di bronzo con peso di circa 1,5 kg. Si dice che possa essere collegata a loro la nascita dei semi delle carte da gioco, soprattutto quelle italiane, i linghotti erano contrassegnati da alcune di queste figure: sole o aquila, spada, bastone e una coppa. Gli Assi erano antichissime monete romane di valore e avrebbero ispirato il disegno dei semi sui vari lingotti. Un asso in effetti inizia sempre la serie dei semi ed in genere nei giochi è il valore più alto.

5) Autori importanti e carte da gioco

De Remediis utrisque fortunae fu un opera scritta dopo il 1355 da Francesco Petrarca e fu il primo a parlare di giochi d’azzardo. I bari ritratti da Caravaggio nel suo famoso quadro esistevano da molto tempo in Italia e nel mondo ma Petrarca non parlerà mai di carte da gioco. Lo faranno Giovanni Boccaccio e altri autori di novelle e opere importanti.

Tra Settecento e Novecento, il gioco delle carte tra nobili, borghesi e intellettuali non sarà bandito e così condannato, un po’ lo saranno le scommesse ai cavalli ma soprattutto il perdere tutti i soldi. Napoleone è uno nome associato al gioco delle carte, forse come divertimento meditativo e anche come passatempo di socializzazione. Scriveranno di carte da gioco questi autori:

  • Oscar Wilde: Bisogna sempre giocare lealmente quando si hanno in mano carte vincenti.
  • Jonathan Swift: Devo lamentare che le carte sono mischiate male fin quando non ho una buona mano.
  • Arthur Schopenhauer: La sorte distribuisce e noi giuochiamo
  • Christiaan Barnand: La vita è proprio strana. Ti mette in mano carte che puoi leggere solo dopo averle giocate o solo dopo che altri le giocano per te.

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